«Cara avvocata, gestisco da trent’anni un piccolo negozio di abiti da donna. È il classico negozio storico di paese e, come accade spesso nei piccoli centri, c’è chi apprezza e chi disprezza. Poco tempo fa ho scoperto l’esistenza di un gruppo social che denigra me e la mia realtà aziendale. Mi accusano di essere una strozzina, ladra, imbrogliona e avanti cosi. Che cosa posso fare?
Segnalo alla piattaforma il gruppo e i commenti?
Pensa che si possano attivare per rimuoverli?».
Serena
Gentile Serena, direi di sì, ma vediamo assieme il perché. In tutti i casi di “manifesta illiceità dei contenuti” pubblicati, la piattaforma assume un ruolo di posizione di garanzia in cui, sebbene estranea alla originaria commissione dell’illecito, ne diventa giuridicamente responsabile se omette di prolungarne gli effetti. Per esempio non rimuovendo prontamente i post offensivi. Proprio recentemente il Tribunale di Milano, in una sentenza pubblicata a inizio marzo, ha precisato: “All’hosting provider si rimprovera una condotta commissiva mediante omissione e, quindi, di aver concorso nel comportamento lesivo altrui a consumazione permanente”. Viene quindi affermato un principio importantissimo: in seguito alla segnalazione di contenuti evidentemente lesivi, sorge un obbligo di rimozione degli stessi a carico della piattaforma. Serena, segnali subito citando il contenuto di questa sentenza.