Libertà di pensiero di fronte a situazioni di emergenza e di rischio
“Ciao Avvocato,
io ti chiamo con la “o” perchè Avvocata è cacofonico. Sono una cittadina che ha deciso di non vaccinarsi per diverse motivazioni che qui tralascio non volendo aprire un dibattito. Dibattito che invece ho acceso nella mia pagina social perché, essendo la mia vetrina, con cognizione di causa ho provato a dissuadere i miei follower dall’obbligo vaccinale. Purtroppo, immotivatamente, il social ha sospeso il mio profilo. Mi ha sostanzialmente imbavagliata ed ora non posso più accedere alla mia pagina. Ma non doveva esserci la libertà di pensiero sulle piattaforme? Non è costituzionalmente garantita la libertà di espressione? Grazie
Sig.ra Imbavagliata”
Cara Signora Imbavagliata,
la libertà di espressione, costituzionalmente garantita, incontra dei limiti. In un caso come il suo i nostri Giudici si sono espressi recentemente per sottolineare che i diritti degli utenti incontrano un limite di fronte a situazioni di emergenza e di rischio. L’utente deve rispettare le regole della piattaforma social che tutelano la privacy, la dignità delle persone, la sicurezza e la salute collettiva. La diffusione di informazioni non veritiere sul Covid o comunque contrarie alle disposizioni emanate dal Governo sono considerate pericolose per la salute pubblica e stando a quanto mi descrive è verosimile che lei con le sue pubblicazioni abbia violato le condizioni contrattuali accettate all’atto dell’iscrizione al social network che disciplinavano proprio in tal senso.
Un abbraccio dall’Avvocata.
Alberta Antonucci